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domenica 16 settembre 2018

Quando la Psicoanalisi parla il politicamente corretto…




"Si può fare anche così", "in linea di massima si contempla anche questa possibilità", "bisogna adeguarsi ai cambiamenti e alle trasformazioni sociali"..."tanto il setting è una questione interna e quindi non importa se disponi un lettino vuoto e dietro il tablet e in questo scenario si parla via skipe"..."certo valutiamo con flessibilità la necessità di adeguarsi alle trasformazioni, che significa valutare le modifiche della psicoanalisi con rigorosità ma non rigidità" (quest'ultima precisazione terminologica va molto di moda!)

Non amo il politicamente corretto e mi viene in mente, riflettendo su quanto sopra,   il pensiero di uno psicoterapeuta che sosteneva: in fondo, (ecco, in fondo!) tutto si muove, ma tutto resta irrimediabilmente fermo. E allora, forse, varrebbe la pena che la psicoanalisi continuasse ad  usare un linguaggio e un pensiero più di scandalo e di inciampo per la contemporaneità, piuttosto che così socialmente omologato.
F. R. Di Mezza